Anche Italia Casa sia cartacea che nella versione online del Quotidiano del Condominio  del 19 aprile 2016

Ne riportiamo il testo integrale:

TORINO: LA PETIZIONE VINCE. CON GLI AFFITTI RIBASSATI L’IMU È “SCONTATA”

A proposito di immobiliare torinese, una buona notizia arriva – indirettamente – dal provvedimento di Giunta approvato nella seduta del 12 aprile, con cui il Comune ha introdotto agevolazioni sulle aliquote Imu 2016. La misura è nata dalla petizione proposta da Ape Confedilizia Torino, che aveva raccolto 371 firme per richiedere la diminuzione dell’imposta proporzionalmente alle riduzioni eventualmente applicate sui canoni di affitto.

Torino, anche grazie all’iniziativa di Ape Confedilizia, diventa così l’apripista di recepimento del D.L. 133/2014, che dava facoltà ai Comuni di applicare agevolazioni fiscali nel caso di affitti a canoni concordati, sia ad uso abitativo, che per immobili non abitativi. Su quest’ultimo versante, si è deciso di introdurre la possibilità di abbassare le aliquote per i proprietari di locali commerciali che, per andare incontro alle richieste degli affittuari, decideranno di ricontrattare e abbassare l’importo del canone di locazione. Nel dettaglio, ci sarà uno sconto percentuale, dal 10,6 al 9,6 per mille, nel caso di una riduzione del canone annuo compreso tra il 10 e il 20 per cento, che sale a due punti percentuali, dal 10,6 all’8,6 per mille, se è superiore al 20%.

Ma l’agevolazione è stata estesa anche ai proprietari di alloggi che hanno stipulato con gli inquilini contratti a canone libero. Un provvedimento che va incontro a tutte quelle famiglie che per la crisi hanno perso una parte del reddito e si trovano in difficoltà a pagare le spese e l’affitto; ma che asseconda anche le richieste della proprietà, avendo in seconda battuta l’effetto di stimolare gli investimenti sul mattone, spesso bloccati anche dall’elevata imposizione fiscale che grava sulle case e, contestualmente, dai sempre più frequenti casi di morosità: due fattori che rendono, ovviamente, rischioso e scarsamente redditizio l’acquisto di abitazioni non principali da destinare, ad esempio, alla locazione.

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